Daniele Galloni - Pittore
Nato a Bologna il 4 Maggio 1959.
Lavoro nel mio studio a Bologna, Principalmente con Olio su tela , chine acquerellate e pastelli su carta.
Cerco per lo piu' luoghi reali che passano inosservati allo sguardo distratto di chi vede ma non guarda,preso dai mille pensieri e preoccupazioni del nostro tempo.Con i miei quadri amo raccontare i paesaggi naturali o che presuppongono l'essere umano, ma lo nascondono dietro le sue creature. propongo alle persone di fermarsi, fare un respiro e guardarsi attorno.
Prediligo, come mezzo di espressione la pittura ad olio su tela. Piu' di rado chine acquerellate su carta.
Sto lavorando anche con la fotografia per un mio progetto sulla Luna con cui ho già fatto alcune mostre.
Daniele Galloni
Formazione:
da un articolo della
Dott.ssa Daniela Bellotti
Il caso di Daniele Galloni è del tutto particolare, egli non ha rifiutato il concetto accademico di “belle arti”, ma l’ha coltivato in maniera non scolastica fin dagli anni giovanili. Un ruolo fondamentale, nel suo primo avvicinarsi all’esercizio della pittura, ha avuto la sua ammirazione per la grande arte italiana e la lettura della manualistica antica, in particolare il “Trattato della pittura” di Leonardo; alcuni periodi di apprendistato in “bottega” presso maestri privati, gli hanno consentito di imparare i segreti del mestiere e completare la sua preparazione. Terminata questa fase, Galloni ha iniziato a realizzare le sue opere più personali, secondo un progetto ambizioso: dare visibilità, attraverso una pittura di limpida definizione “ottica”, a un immaginario costellato di elementi simbolici . Si è andato così definendo un potenziale espressivo che, all’interno di uno spazio prospettico coerente, ma ingigantito e a tratti enfatizzato, ha assunto le caratteristiche di una trasposizione in termini poetici e fantastici. L’attenzione di Galloni è rivolta anche al paesaggio sempre realizzato in modo da ribaltare la percezione da realistica in visionaria. Alla base di un’interpretazione così estrema della prassi pittorica, si evidenzia un’ideale resistenza contro tutte le banalità e le superficialità del mondo d’oggi, in cui l’elemento umano e spirituale, troppo debole nella sua non-competitività, finisce per essere travolto da logiche di mercato e di consumo. Non si può che elogiare il coraggio di difendere quest’ultimo confine della singolarità, che basterebbe a porre Daniele Galloni Bonafede in una sorta di riserva protetta degli ultimi veri pittori.
Daniela Bellotti
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